Ciò che non muore mai

“Ciò che non muore mai” edizioni San Paolo, è un’autobiografia di Takashi Paolo Nagai (1908-1951); era un medico sopravvissuto allo scoppio della bomba atomica di Nagasaki.

L’opera segue l’antica tradizione letteraria giapponese dove gli scritti autobiografici erano in terza persona e l’autore si attribuiva uno pseudonimo.

Nagai rispetta questa tradizione attribuendosi il soprannome di Ryukichi Hayashi e la moglie il cui vero nome è Midori Moriyama è nel racconto Haruno.

Nagasaki è una città già cristianizzata già nel 18° secolo ad opera di San Francesco Saverio ed era caratterizzata da decine di chiese al punto di guadagnarsi il nome di Roma d’Oriente, rimanendo per oltre 400 anni il centro del cattolicesimo del Giappone.

Seguirono le persecuzioni del Governo dei Samurai che portarono allo sterminio di migliaia di martiri cristiani.

I fedeli si rifugiarono nelle campagne di Urakami, a nord di Nagasaki dove crearono nuove comunità vivendo in clandestinità la fede cristiana divenendo noti come il popolo dei cristiani nascosti che per più di 250 anni tramandarono la fede ereditata dai Gesuiti.

Urakami diviene parte integrante della città di Nagasaki ed il 9 Agosto 1945 fu l’epicentro dell’esplosione dell’ordigno nucleare, la seconda bomba atomica lanciata sul Giappone, a tre giorni dall’esplosione dalla prima a Hiroshima.

“Cenere che copriva le rughe della crosta terrestre” in un istante tutta la parte nord di Nagasaki fu distrutta e ridotta in cenere.

Takashi, medico radiologo, la mattina dell’esplosione era in ospedale a 700 metri dall’epicentro ma sopravvisse allo scoppio della bomba atomica.

La moglie Midori morì invece insieme a tutta Urakami. Quel 9 Agosto segna per Takashi Nagai l’inizio di una nuova vita; nel momento in cui tutto appare come morte e distruzione l’uomo deve decidere se cedere alle tenebre o credere che il bene sia ancora possibile.

“Ciò che non muore mai” ripercorre la vita di Takashi dall’infanzia all’esplosione della bomba atomica e si evince come la vita dell’autore è una costante ricerca della verità, della ragione.

Due mesi dopo l’esplosione, orami debilitato dalla malattia leucemica, Takashi decide di tornare ad Urakami nei resti della casa dove aveva vissuto con la moglie Midori; lo fa in una capanna che chiama Nyokodo dove rimarrà fino alla fine dei suoi giorni alla scoperta di sé e di Cristo.

Si perché Nagari scrive questo libro per testimoniare agli uomini che nonostante la brutalità di eventi generati dagli uomini stessi Gesù Cristo può dare un nuovo senso alla vita anche se questa vede solo morte e dolore come dopo lo scoppio di un ordigno nucleare.

Ciò che colpisce sono le ultime parole del libro quando con la malattia che gli devastava il corpo e lo stato di coscienza che si ofuscava Takashi chiede “comprensione ed indulgenza al lettore.”

Il libro di Takashi Paolo Nagai è un monito all’umanità; era un medico, uno scienziato che ha vissuto e creduto nella scienza, la stessa scienza che ha utilizzato l’energia atomica per creare qualcosa di distruttivo che ha trasformato la vita in cenere.

Quando tutto è cenere Takashi scopre e capisce che ciò che sopravvive a tutto è la parola di Dio “il cielo e la terra passeranno ma le mie parole non passeranno”.

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